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Emanuela Mancino

 

FARSI TRAMITE

 

TRACCE E INTRIGHI DELLE RELAZIONI EDUCATIVE

 

È possibile conciliare la costruzione e l’educazione di sé con le ragioni o le regioni dell’altro? Come e dove si incontrano i desideri di progetto, di costruzione, di messa al mondo del proprio esserci e del proprio mondo con un’alterità che si impone come precedenza o contesto, come condizione o confine, come inconquistabile imprendibilità o territorio da cui fuggire? Lo spazio dell’altro suggerisce esilio o inclusione, separazione o convivenza, contatto, conflitto, scambievolezza e meraviglia. Ma anche e ancora silenzio, negazione, solitudine, reciprocità e confronto. L’alterità è spesso quell’entroterra che non conosciamo finché non lo vediamo trasformarsi nella nostra voce, nelle nostre parole. È così che si entra nei labirinti del senso. Entroterra a loro volta del nostro essere non solo perduti, ma del nostro esserci in-oltrati, del nostro esserci con-fusi.
Farsi tramite è un testo che si inoltra nello spazio del nesso tra educazione, relazione e narrazione. In particolare, la relazione costituisce il tessuto dialogico che permette lo svilupparsi degli intrecci sia teorici sia esperienziali che vengono qui presentati e proposti. Dunque la relazione si intende sia come un legame sociale, sia come un rapporto tra concetti, sia un resoconto o un racconto di un evento. In una prospettiva educativa, le relazioni vengono in queste paginemesse-in-relazione, ovvero rivissute, narrate, esperite e ricercate a partire da alcune dimensioni filosofiche ed esistenziali centrali, come la libertà, il limite, il desiderio, il tradimento, il dialogo, l’ascolto, lo sguardo. Ad accompagnare i percorsi di lettura e gli itinerari operativi suggeriti, fanno da fili conduttori e pretesti narrativi alcune opere drammaturgiche che percorrono, con parole e immagini aperte a generare mondi educativi possibili, i vasti territori della relazione con se stessi, con la magistralità, con l’amore, i pari, la famiglia e con gli schermi che ci riflettono e nascondono.

Con scritti di Emanuele Fusi, Benedetta Gambacorti, Federica Jorio, Stefano Landonio, Davide Rizzitelli e Chiara Nicole Zuffrano.

Emanuela Mancino insegna Filosofia dell’educazione presso la Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università di Milano-Bicocca. È membro del consiglio direttivo e del collegio docenti della Libera Università dell’Autobiografia di Anghiari e responsabile scientifico-organizzativa di Accademia del Silenzio. Ha creato e dirige il Gruppo di ricerca sulle trame educative, presso l’Università di Milano-Bicocca. Ha ideato e conduce diversi percorsi formativi e di ricerca – nazionali ed internazionali – sui temi di filosofia e pedagogia della narrazione. Tra le ultime pubblicazioni, si segnalano: Un cinema parlato. Trame di pedagogia della narrazione con gli occhi di un’altra lingua (Mimesis, 2009), Cambiamenti incantevoli. Bellezza e possibilità di apprendimento (con G.M. Zapelli, 2011), Sempre in anticipo sul mio futuro. Auto-biografia di Marcello Cesa-Bianchi (2012) e Narrare con altri linguaggi in D.Demetrio, Educare è narrare, Le teorie, le pratiche, la cura (Mimesis, 2012), Il segreto all’opera. Pratiche di riguardo per un’educazione del silenzio (Mimesis, 2013).

 

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